Descrivere un intero secolo di storia attraverso una prospettiva olfattiva non è facile. Ma lo storico tedesco Karl Schlögel riesce perfettamente in questo intento nel saggio, uscito proprio quest’anno, Il profumo degli Imperi. Chanel N°5 e Mosca Rossa: la storia del XX secolo in due profumi. Schlögel sceglie di raccontare la Russia sovietica, la Germania nazista e gli anni ’20 attraverso due fragranze emblematiche. Questi due profumi hanno molto in comune, a partire dai profumieri che li hanno creati: Ernest Beaux e Auguste Michel entrambi francesi trapiantati in Russia. Il primo, che conoscete da Il segreto di Chanel N°5 di Tilar J.Mazzeo, ha dato vita a una fragranza simbolo della profumeria e della moda francese. Il secondo contribuì invece alla nascita dell’industria profumiera sovietica. Entrambi partirono dalla stessa fragranza per realizzare i loro capolavori: N°5 e Mosca Rossa (Krasnaja Moskva). Quest’ultimo, con il suo inconfondibile tappo che richiamava le cupole del Cremlino, si ispirava alle fredde foreste del nord, a differenza di Chanel N°5 che evocava una nuova sensualità.

Dedicato al decennale della Rivoluzione Russa, Mosca Rossa fu un enorme successo, ma la sua fama non durò a lungo: alla fine degli anni ’70 era già un profumo datato. L’autore non dimentica di fare un parallelismo tra Coco Chanel e Polina Semyonovna Zhemchuzhina, moglie del ministro degli esteri sovietico Vyacheslav Molotov e direttrice del Fondo nazionale sovietico per i cosmetici e la produzione tessile. Due donne di potere in una società di impronta maschilista. Schlögel ci offre inoltre descrizioni molto realistiche del paesaggio olfattivo nella società sovietica del tempo, attraverso descrizioni realistiche che fanno immedesimare il lettore in questo mondo nuovo. Un capitolo in particolare vi impressionerà: quello dedicato al fumo dei crematori e all’odore della Kolyma, regione dove si trovano i gulag sovietici. Il libro si riempie così di ben altri effluvi che non rimandano alle spezie e ai bouquet floreali di Mosca Rossa e N° 5, ma alla sconvolgente mescolanza tra gli odori delle diverse classi sociali dopo la Rivoluzione.

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