Da Basile a Collodi, seguiamo quattro film che reinterpretano le classiche fiabe italiane, disseminando indizi olfattivi e favolosi intrugli d’odori
Le fiabe sono narrazioni dalle radici antiche, legate alla tradizione popolare, spesso orale. Nel tempo alcuni scrittori hanno preso ispirazione da questi racconti per poi reinterpretarli nelle pagine di un libro. Accanto a nomi famosi come i fratelli Grimm, Andersen o Perrault anche noi italiani possiamo annoverare importanti autori che hanno influenzato il genere fiabesco e la cultura letteraria europea. Uno dei più noti è Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini, scrittore e giornalista fiorentino che nel 1875 tradusse alcune celebri fiabe francesi tra cui quelle di Charles Perrault, pubblicate con il titolo I racconti delle fate. In seguito Collodi scrisse due opere per ragazzi, Giannettino e Minuzzolo, che preannunciavano l’uscita del suo libro più famoso, Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, del 1883.
La vicenda di Pinocchio, intagliato da Geppetto da un tronco che prende vita, è un’allegoria del difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta. Pinocchio deve superare prove difficili e dolorose e alla fine riesce nell’intento di diventare un bambino vero a fianco di babbo Geppetto.
Da questo capolavoro della letteratura italiana sono state tratte diverse trasposizioni cinematografiche, la prima delle quali risale addirittura al 1911…
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