Assopito nelle viscere del suolo, l’odore della terra si risveglia alle prime gocce di pioggia diventando per noi, e per molti esseri del Pianeta, sinonimo di vita.
La terra è l’unico dei quattro elementi ad avere un proprio caratteristico odore, un profumo ben riconoscibile che da sempre ci affascina e ci ispira. Il filosofo odorista del Seicento Lorenzo Magalotti definiva il gradevole profumo che si esala dal terreno, come un odore primario, cioè il più elementare e il più semplice che ci sia dato di sentire. Un odore così puro e così poco differenziato da essere vicino al
campo delle idee immutabili e perfette di platonica memoria.
E perché mai la natura avrebbe concesso proprio alla terra greve, oscura e pigra, il privilegio di possedere un profumo tanto vicino alla purezza delle idee? Qui, il genio di Megalotti si appella alla lirica citando un verso di Petrarca: Tanto sovr’ogni stato, umiltade esaltar sempre gli piacque. Al Creatore sono sempre state care le cose semplici e modeste. L’idea che proprio l’umile e scuro suolo serbi il più soave dei profumi è un’osservazione che ci conduce alla simbologia di “grembo” e di “culla” che spesso la terra assume, specialmente nel contesto delle civiltà di matrice agricola.
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