In questo numero di Smell Magazine ci soffermiamo sull’aspetto relazionale della percezione olfattiva. Esploriamo il ruolo degli odori nella definizione del confine tra dentro e fuori, tra noi e gli altri, tra io e società. Ogni autentico incontro scandisce una separazione. Ci mostra cioè la presenza di un essere fuori da noi. Ma quando il nostro altro siamo noi medesimi, iniziano i guai, parola di Narciso!

Seguendo il mito di Narciso ci troviamo al cospetto dell’Io ripiegato su se stesso, intento a guardare la propria metà con il capo chino come il fiore. Perché il narciso guarda in basso? Il suo profumo ha un potere narcotico che ci trasporta in una dimensione interiore, sotterranea e persino iniziatica. Ci indica il punto in cui oltrepassare lo specchio per ricomporre il nostro io diviso. Possiamo fermarci alla soglia a rimirare il nostro riflesso. Oppure attraversarla e vivere quella drammatica, ma rivitalizzante esperienza con l’opposto. Dipende dal livello di profondità che possiamo tollerare. Da quanto siamo disposti a farci catturare dalla fragranza insidiosa di un fiore. Gli odori possono unire ciò che era diviso, ricomporre le fratture del tempo, trasformare il nostro animo e portarlo sulla soglia dell’infinito. Ma possono anche separare e preservare dal cambiamento, costruire barriere insormontabili e marcare differenze incolmabili.

Ce lo mostrano alcuni film emblematici che in questo numero Gabriela Guidetti ha trattato per la rubrica Odorama. Gli odori suggellano la differenza di ceto sociale in un modo drastico. E quando il sudore della classe subalterna si scontra con il profumo della classe dominante ne scaturisce un conflitto insanabile, dove i perdenti sono sempre gli stessi e non hanno riscatto. 7 Anche se a volte non ne siamo consapevoli, un coacervo di odori testimoniano la conformazione psichica e vitale del nostro corpo sociale. Seguirli ci può aiutare a comprendere meglio la storia e gli accadimenti come ci racconta un’esperta di “patrimonio culturale olfattivo” intervistata da Federica Sgaggio sulle pagine della rivista. Ripercorrendo il rapporto che le persone hanno avuto con gli odori del loro tempo, ci imbattiamo così nei Futuristi italiani che tanto ammiravano i progressi della tecnologia e della chimica, da salutare con poetico slancio l’avvento dei nuovi profumi artificiali.Profumi di cui oggi siamo pervasi al punto che la nostra educazione olfattiva non avviene più nel contatto diretto con la natura, ma attraverso i tanti prodotti dell’industria alimentare, cosmetica e della detergenza.

Una civiltà sempre più ossessionata dall’igiene è anche la più esposta alla perdita dell’olfatto, ammoniva Alain Corbin nella sua Storia sociale degli odori. Un altro argomento toccato da questo numero di Smell Magazine è proprio l’anosmia dilagante che sta colpendo milioni di persone affette dal nuovo coronavirus. La perdita dell’olfatto è uno strano sintomo dei nostri tempi? Di certo gli odori sono un costrutto socio-culturale e persino un fenomeno bio-politico in cui possiamo vedere intrappolate le nostre inquietudini e le nostre aspirazioni. Ce lo racconta anche il libro di Hubertus Tellenbach che Azzurra Bergamo ha scelto di recensire per la rubrica di Smell Magazine dedicata alle letture odorose. Perché i libri, così come tutti i testi scritti, sono decisivi per elaborare la nostra coscienza sociale e per realizzare quell’auspicabile integrazione del senso dell’olfatto in una narrazione storica e culturale.

Così anche questo numero della rivista vuole lasciare un segno scritto, assumendo le sembianze di un corpo fatto di carta e inchiostro. Di uno strumento, a volte frivolo a volte profondo, con cui catturare ciò che si muove nell’aria. Di uno specchio insomma, utile a riflettere e a far riflettere, abbracciando diverse angolazioni.