«All’improvviso un soffio di vento che veniva dai campi e dai boschi portò un odore che mi fece tremare. Il vento si fece più forte e l’aria si riempì dell’odore di corruzione delle città colpite dalla pestilenza, dei cimiteri scoperchiati…»

Pensiamo a tutte le cose che ci spaventano di più. Quelle vere. Quelle che non ci abbandonano. Una paura ancestrale dell’ignoto, il terrore di essere governati da divinità non maligne, ma peggio: indifferenti. La sensazione di vivere in un mondo senza scopo, circondati da ignoranza. Tutti questi sentimenti di angoscia e terror panico, sono stati messi nero su bianco dallo scrittore H.P. Lovecraft, noto come Il Solitario di Providence (1890 – 1937). Insieme a Edgar Allan Poe, Lovecraft è considerato uno dei padri fondatori dell’horror e dell’horror fantascientifico anche se, purtroppo, ancora oggi non ha la fama che merita. Su schermo, nessuno è riuscito a restituire con successo il fascino di un autore tanto complesso. Il tentativo più recente lo possiamo vedere nella serie antologica, prodotta da Guillermo del Toro, Cabinet of Curiosities. A provarci, Keith Thomas regista dell’episodio Il modello di Pickman e Catherine Hardwicke regista de I sogni della casa stregata: entrambi un fiasco totale.

Lovecraft è riuscito a scrivere riguardo l’inafferrabile, sollevando quel velo che separa il visibile dall’invisibile. E ci ha trovato l’orrore. Ma il
Solitario di Providence è prima di tutto un viaggiatore. Nei suoi sogni, o sarebbe meglio dire nei suoi “incubi”, lo scrittore visita la galassia intera e, al risveglio riporta tutto ciò che ha visto. In questo articolo viaggeremo con lui, solcando i venti a bordo di un magico vascello bianco. Preparatevi: perché quello che vedremo e annuseremo ci cambierà per sempre…

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