Spesso gli architetti raggiungono la fama grazie a opere pubbliche, di dimensioni e impatto scenografico importanti, che magari diventano veri e propri simboli di grandi città; ma è quando si misurano con il progetto dell’abitare che dichiarano la loro idea più profonda di architettura e ci emozionano. È il caso di Louis Kahn, noto soprattutto per i suoi interventi monumentali in Bangladesh e negli Stati Uniti, che per anni lavora al progetto di una piccola residenza immersa nella natura, la casa del dottor Norman Fisher in Pennsylvania. Qui mette a punto quelli che per lui sono i principi dell’architettura: la purezza delle forme, con un impianto costituito da due cubi che si fondono in un angolo; la verità dei materiali, che devono sempre mostrarsi per quello che sono e appartenere al luogo della costruzione; le finestre, che, come quadri, incorniciano il paesaggio creando un dialogo tra vissuto domestico e natura; e, infine, la ricerca costante di un’intimità privata in cui ritirarsi. Sintesi di questi fondamenti è la zona del soggiorno in cui l’architetto ha dato forma a una “casa nella casa”.
L’articolo completo è disponibile sulla nostra rivista cartacea.
→ Informazioni per abbonarsi
Immagini di copertina: Norman Fisher House di Louis Kahn. Vista del soggiorno, “la casa nella casa”.
© DON FREEMAN STUDIO