Orti e piante magiche. Simbologie, segreti e incantesimi di Paola Maresca (Angelo Pontecorboli Editore, 2009) è un breve, ma ricco saggio che ci porta all’interno del profumato, complesso e affascinate universo di giardini e orti antichi. Dai Sumeri, all’Antico Egitto fino ai Greci e Romani, le piante erano consacrate agli dei. Prendiamo per esempio il papavero e il melograno: entrambi erano usati nei rituali di morte e rinascita fin dall’epoca minoico-micenea. Questa idea di una natura percorsa e animata da uno spirito divino, portava a connettere le virtù terapeutiche delle erbe e dei fiori a una dimensione celeste e persino magica.
Diverso, ma non meno suggestivo, il passaggio dal giardino delle civiltà antiche all’hortus conclusus medievale che troviamo all’interno di monasteri e conventi. Caratterizzato da una precisa forma geometrica, in questo spazio delimitato da un chiostro o dalle mura, ogni aiuola aveva la sua specifica funzione ed era considerata un riflesso del mondo celeste, e quindi soggetta ai suoi influssi astrali. Nell’aiuola della Bilancia, connessa al pianeta Venere, avremo trovato verbena, mirto, artemisia, viola. Nell’aiuola dell’Ariete, governato da Marte, biancospino, cardo, timo, prunella. Pagina dopo pagina, il libro ci conduce dai Giardini di Babilonia, agli orti botanici del Rinascimento,
facendoci scoprire luoghi ricchi di significati oggi per lo più dimenticati.