Dieci anni di cultura olfattiva

da | 6 Set 2019 | Interviste | 2 commenti

Smell Festival è probabilmente un dei primi eventi ricorrenti dedicati alla cultura dell’olfatto e del profumo indirizzato a un pubblico non specializzato. Nato nel 2010, la sua caratteristica è di non essere una fiera a carattere commerciale, e neppure un’iniziativa riservata a un numero ristretto di addetti ai lavori, o un evento one-spot. È una rassegna che anno dopo anno promuove approcci originali all’universo olfattivo e e nuovi modi di usare il linguaggio del profumo in diversi contesti.

Dieci anni sono un arco di tempo significativo durante il quale è cambiato il modo in cui la nostra società considera il senso dell’olfatto e il suo ruolo nella nostra vita. L’industria del profumo ha subito importanti metamorfosi e si è evoluto anche il modo in cui le persone scelgono le fragranze e parlano di questi prodotti. Ho perciò chiesto a Francesca Faruolo – fondatrice e direttrice artistica di Smell Festival – di raccontarci come si è evoluta la rassegna in questi anni e che cosa ha permesso a questo pionieristico evento di proseguire così a lungo.

Qual è stato i tuo primo pensiero quando la decima edizione di Smell Festival è finita?

Una profonda gratitudine verso tutte le persone che ci hanno seguito in questa avventura: il nostro staff, gli sponsor, gli espositori, i tanti partner con cui abbiamo collaborato e il meraviglioso pubblico. Viviamo in un’epoca in cui le persone sono più che mai separate, assorte nelle proprie esistenze individuali, impegnate a far funzionare la propria attività a testa bassa. Tutto concorre a dividerci. Ogni anno Smell Festival mi ricorda quanta forza possa scaturire dall’unione e dalla condivisione di un ideale.

Il programma era molto interessante, com’è stata la risposta del pubblico e che impressione hai avuto in generale?

Credo che agli inizi Smell Festival fosse molto poetico, con suggestioni magiche e molto spazio dedicato all’arte. Da un paio di anni gli ospiti sono soprattutto ricercatori e docenti che vengono dall’ambito accademico. Il Festival ha mantenuto la propria capacità evocativa che continua a ispirare le persone, ma abbiamo voluto dare maggior risalto agli studi sull’olfatto che negli ultimi tempi si sono moltiplicati in diverse discipline. Questa evoluzione è stata possibile anche grazie al supporto di Moellhausen S.p.A, azienda distributrice di materie prime per la profumeria e fragrance house che ha apprezzato la nostra attenzione sul senso dell’olfatto in generale, e non solo sui profumi.

L’evento ha avuto molta risonanza sulla stampa. A che cosa pensi sia dovuto questo interesse?

Essendo estremamente focalizzati sul nostro argomento abbiamo conquistato particolare autorevolezza non solo presso il pubblico ma anche presso la stampa nazionale e internazionale. Il risultato è che molti giornalisti si sono incuriositi e hanno dedicato servizi televisivi, trasmissioni radio e articoli di giornale a Smell Festival portando al centro dell’attenzione temi non proprio facili e popolari, insieme a nomi di persone che di fatto sono sconosciute ai più. Abbiamo avuto un servizio su RAI 3RETE 4, e persino il telegiornale della TV nazionale della Slovenia ci ha dedicato un approfondimento.
Crediamo davvero che il profumo si possa fare cultura e non semplice intrattenimento.

Com’è cambiato, se è cambiato, il pubblico del Festival in questi anni?

Nel corso degli anni abbiamo constatato che il pubblico è sempre più focalizzato. Alle prime edizioni il 60% del pubblico erano cittadini di Bologna incuriositi da specifici argomenti. Spesso partecipavano a una singola conferenza e poi sparivano. Oggi le persone per la maggior parte da altre città di’Italia e sempre meno “per caso”. Quasi sempre ha un forte interesse personale e spesso qualche ragione professionale per essere presenti. Qui trovano la possibilità di ascoltare idee e di fare network. Non so quante collaborazioni sono nate durante l’evento. E tante persone hanno iniziato grazie al Festival a interessarsi di profumo e addirittura hanno intrapreso poi specifici percorsi di studio.

Raccontaci un po’ delle prossime iniziative di Smell Atelier.

Già da ora sono aperte le iscrizioni alle attività che ricominciano i primi di settembre. In programma corsi di Training Olfattivo, accessibili a tutti per allenare l’olfatto e scoprire l’importanza degli odori nella nostra vita. Per i più creativi c’è Paesaggi Olfattivi, durante il quale faremo conoscere materie prime usate in profumeria e guideremo i partecipanti nella creazione di un profumo. In autunno riprenderà La Natura del Profumo, la nostra scuola di profumeria naturale, Avremo inoltre una nuova edizione del nostro classico corso di profumeria Il Linguaggio del Profumo. Seguiremo anche un folto gruppo di studenti nella realizzazione di una loro fragranza che sarà presentata al pubblico l’anno prossimo.

2 Commenti

  1. Chiara

    Sono una profumiera e a volte sono stanca di essere una semplice porgitrice.

    Ben venga l’artigianato nel nostro lavoro, la creatività, la conoscenza delle materie, la consulenza professionale e unica, come unici sono gli esseri umani.

    Dunque, grazie di tutti questi stimoli e continuate così!

    • Smell Magazine

      Grazie Chiara per l’apprezzamento. Siamo felici di sapere che ci sono profumiere che la pensano come te. Faremo il possibile per non deludere le aspettative. A presto!