Tonka, una parola dal suono esotico, quasi primitivo; dolce, ma deciso; al tempo stesso caldo e ritmico. Così è anche il suo profumo: ricco, con un sapore di pasta di mandorle che scatena l’attività delle papille gustative; avvolgente e morbido come il caramello, ma con un tocco più pungente e speziato simile a quello della vaniglia; rassicurante come solo il comfort di casa sa essere, grazie alle sue sfaccettature verdi e fruttate del fieno tagliato e del tabacco. Le custodi di questo tesoro profumato sono le fave di Tonka, appunto, ossia i semi che si trovano all’interno dei frutti di Dipteryx odorata. Si tratta di una pianta tropicale maestosa che i nativi sudamericani avevano battezzato Cumaru. Da qui l’origine prende il nome la cumarina che è la componente predominante dell’estratto dei semi, nonché la prima responsabile della tipica profumazione gourmand. L’albero della fava Tonka cresce nella foresta amazzonica, soprattutto in Venezuela e Brasile e proprio qui, su una collina boschiva ai margini della città di San Paolo, un’architetta italiana decide di realizzare la prima architettura razionalista del Sud America. La Casa de Vidro di Lina Bo Bardi è una scatola vetrata sospesa, leggera ed essenziale, una palafitta modernista nel mezzo della giungla. Quella che sembra essere una composizione molto semplice, in realtà è frutto di un pensiero articolato ed esatto, fatto di luce, aria e verde.
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Immagine di copertina: Uno scorcio sulla zona giorno dellaCasa de Vidro di Lina Bo Bardi. Ph Jules Villbrandt