Un esperimento di mappatura degli odori al Politecnico di Milano
È noto che uno dei giochi preferiti dai Lettristi e Situazionisti, protagonisti delle avanguardie del dopoguerra, fossero le cosiddette derive. Si tratta di una tecnica di esplorazione psicogeografica dell’ambiente che permette di liberare i luoghi da rigidi schemi funzionali e dalla noiosa prassi delle traiettorie abituali. Riprendere queste pratiche, attraverso derive informate dagli odori, è un’ottima idea per cambiare il nostro modo di percepire e di percorrere le città attivando il senso dell’olfatto.
Lo scopo non è spostarsi da un punto all’altro, come facciamo abitualmente, ma un muoversi senza meta lasciandoci letteralmente trasportare dalla corrente. Quando il percorso è tracciato dal succedersi degli stimoli olfattivi, possono nascere nuove cartografie come quelle proposte da una delle artiste che maggiormente ha lavorato su questa idea nel secondo decennio del XXI secolo: Kate McLean. Le sue mappe evidenziano quali sono gli odori del paesaggio urbano a cui non è possibile sottrarsi. Sono le correnti olfattive che percorrono gli spazi abitati e influenzano inconsciamente i nostri stati d’animo e persino le nostre scelte. Di recente, la designer e ricercatrice svizzera Gaia Paris, ha proposto una perlustrazione della sede della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, allo scopo di rilevare la presenza di flussi olfattivi significativi per i partecipanti e provare a incorporarli in una mappa…
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