Elegante, sfrangiato e pasionario il garofano risveglia le coscienze con il potere del suo profumo divino

Se c’è un fiore associato all’idea novecentesca di rivoluzione, quello è il garofano rosso. Sin dall’Ottocento i lavoratori lo appuntavano alla giacca quando andavano a manifestare per i loro diritti. Nei primi decenni del Novecento, le sue corolle frastagliate apparvero sugli opuscoli e sui manifesti in stile Jugend dei movimenti operai. Dopo un periodo di eclissi, nel 1974 il garofano ricomparve in Portogallo, durante l’insurrezione che portò alla fine della dittatura di Marcelo Caetano. Il 25 aprile di quell’anno, una giovane donna di nome Celeste Caeiro si imbattè in alcuni militari che si erano mobilitati per rovesciare il regime. Gli uomini le chiesero una sigaretta, ma lei non ne aveva,
così pensò di offrire dei garofani rossi. I soldati li infilarono nelle canne dei fucili creando una potente immagine visiva, capace di unire il lato combattivo e insieme pacifico di quella giornata. Fu così che l’evento passò alla storia come Rivoluzione dei Garofani. […]

Il profilo olfattivo del fiore è già esplicito nel suo nome comune che rimanda al chiodo di garofano. Il profumo è infatti fortemente caratterizzato dalla presenza dell’eugenolo, molecola che prende il nome dalla Eugenia caryophyllus, pianta da cui la spezia deriva. Gli eugenoli appartengono alla stessa famiglia degli indoli e dei fenoli, ma come spiegava il profumiere Bertrand Duchaufour in una vecchia intervista, il loro odore vibra in modo diverso:

«Gli eugenoli bruciano, mentre gli indoli e i fenoli si liquefanno come l’asfalto sotto il sole.»

Nel chiodo di garofano, la quantità di eugenolo si aggira intorno al 70-90%, mentre nel fiore è circa la metà. Il profumo del garofano possiede anche un altro componente chiave: l’alcol feniletilico il cui odore ricorda quello dell’acqua di rose. In profumeria, il garofano è interpretato come rosa un po’ introversa per via della forte componente speziata che gli conferisce un che di polveroso e sognante, spesso enfatizzato da note di iris, eliotropina e vanillina. La celebre base Dianthine, creata da Philippe Chuit agli inizi del Novecento e inclusa nella formula di fragranze strabilianti come L’Origan di Coty o Bellodgia di Caron, aveva come pilastro il methyl ionone (Iralia) che profuma di violetta.

Teofrasto nella sua Storia delle piante, chiamava il nostro fiore Dios-anthos parola che si può tradurre come «fiore di Dio» o anche «fiore di Zeus». Nel Settecento il termine fu ripreso da Linneo che coniò il nome botanico del garofano: Dianthus caryophyllus. Il garofano trova impiego in farmacopea dove è apprezzato per le sue innumerevoli proprietà…

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