Rievocare l’odore del passato. Non è la prima volta che ci imbattiamo in questa idea, con l’intento di creare un legame più stretto con la storia e con i costumi delle epoche remote. Ne abbiamo parlato, per esempio, nella recensione de Il Profumo degli Imperi. Chanel n°5 e Mosca Rossa di Karl Schlögel. Se lo storico tedesco, autore di questo avvincente libro, ci parla del tanfo dei lager e del puzzo dei forni crematori che hanno appestato il XX secolo, Giuseppe Squillace – grecista già noto per i suoi studi sui profumi dell’antichità – prende tutt’altra strada trasportandoci nel mondo antico sulla scia dei sensuali unguenti indossati dalla più celebre delle Regine d’Egitto: Cleopatra. Il suo
ultimo libro edito da Leo S. Olschki, Gli inganni di Cleopatra. Fonti per lo studio dei profumi antichi, è una miscellanea di testi latini e greci che hanno come protagonisti i profumi. Nella convinzione che lo studio della storia possa diventare più appassionante coinvolgendo anche i nostri sensi. Questi estratti trattano dei miti legati alla nascita delle piante aromatiche, delle tecniche proprie dell’arte profumatoria, dell’uso medicinale degli odori e delle varie ricette connesse alle pratiche sia cosmetiche che curative.
Una panoramica ad ampio raggio in cui trovano spazio tante curiosità, come la ricetta per preparare un profumo egizio con olio di olive giovani, petali di rose, viole, bacche di mirto, cinnamomo e mirra. Un testo pensato per gli studenti, ma adatto a tutti gli appassionati di cultura classica e di profumeria. Leggendo degli autori testimoni del passato, con il testo originale a fronte, possiamo avvicinarci a un
mondo antico profumato di pepe e di zenzero, di costo e di nardo, di zafferano e di iris. Un mondo tutto da annusare.