Attivare l’olfatto con i videogame: con Pentiment si può. Tra codici miniati e antiche biblioteche anche l’odore può aiutarci a risolvere un mistero…
Tassing, Alta Baviera. XVI secolo. Il barone Lorenz Rothvogel viene assassinato nell’Abbazia di Kiersau. Ad essere accusato ingiustamente del suo omicidio, il vecchio monaco Piero. Spetterà a Andreas, Andreas Maler, miniatore al servizio del monastero, scoprire il vero colpevole. Andreas, siamo noi. Non stiamo parlando infatti di un romanzo storico dalle tinte noir, ma di un videogioco molto particolare: Pentiment. Sviluppato da Obsidian Entertainment e pubblicato da Xbox Game Studios, Pentiment è un’avventura grafica del 2022. Gioiellino che si ispira esteticamente ai codici miniati del 1500, Pentiment racconta la storia di un paesino abbarbicato sulle montagne con tutto il ventaglio dei suoi abitanti che, attraverso le nostre scelte di gioco, andremo a conoscere, affezionandoci o detestandoli a seconda delle nostre interazioni. A pesare infatti sul gioco non sono tanto le azioni quanto le parole. Ogni domanda, ogni risposta, ogni nostro comportamento, influisce sul corso della storia e sull’opinione che gli abitanti avranno di noi. Si fideranno abbastanza per raccontarci i loro segreti o verremmo cacciati in malo modo con l’etichetta di pettegoli?
Pentiment è un’avventura che coinvolge i nostri sensi e, come ogni giallo che si rispetti, dobbiamo prestare attenzione ad ogni elemento, anche agli odori. È vero, ci troviamo davanti ad uno schermo, ma in Pentiment anche gli odori hanno il loro peso. Ce ne accorgiamo soprattutto parlando con Margarete, la suora cieca del convento, che non vede l’assassino, ma ne sente l’odore.
«Non ho visto il diavolo, ma penso di aver sentito il suo odore. Era strano. Muschio e zolfo, mescolati con olibano e rose.»
Chi tra i tanti personaggi potrebbe avere questo odore?
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