Cosa è accaduto al nostro olfatto? Questa è la domanda che invita il lettore a riflettere mentre scorre le pagine del saggio di Gianni De Martino appena uscito per Edizioni Anima Mundi (2023) con una prefazione di Francesca Faruolo. Spaziando con spirito eclettico da argomenti di storia, antropologia, sociologia e politica degli odori, l’autore delinea il ritratto di una “civiltà del deodorante” che cerca di allontanare quanto più possibile le più naturali manifestazioni olfattive del nostro corpo. La rigorosa analisi di Gianni De Martino ci porta a considerare quanto abbiamo perso rinnegando gli odori legati al sesso, alla morte e ad altri momenti della vita oggi soppiantati dai prodotti dell’industria chimica e cosmetica. Si tratta di una vera e propria repressione nei confronti del nostro naso. Tuttavia non pensiate che questo sia un libro scritto con la penna e il cuore pesante: l’autore argomenta con vivacità e arguzia l’assurdità di certe nostre abitudini consolidate usando un linguaggio senza mezzi termini e in molti punti esilarante (arrivati al capitolo dedicato alla merda e ai pannolini capirete perché). Certo, affrontando determinate parti storiche non si può troppo scherzare, perché contengono tutti i traumi che la nostra civiltà ha dovuto affrontare per arrivare dove è ora. Partendo dal posizione dell’olfatto nel sistema di conoscenza elaborato dai filosofi dell’antichità, passando per una considerazione sulla precarietà igienica delle città europee nell’era delle grandi epidemie, arrivando fino all’odore della guerra e al “lugubre profumo nazista”, l’autore ci permette di comprendere meglio il presente e di recuperare ciò che abbiamo perduto lungo il cammino. Il saggio è un invito a “entrare in contatto con il quinto senso” abbracciando anche quegli odori considerati inappropriati o indiscreti, ma che fanno parte della nostra esistenza fisica. Alla fine della lettura ci chiederemo nuovamente: cosa è accaduto al nostro olfatto? Aspettiamo altri vent’anni e vedremo se saremo ancora la civiltà del deodorante o se avremo preso un’altra direzione, magari più consapevole e positiva riguardo la natura – anche olfattiva – del nostro corpo.

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