Da vestigia del passato a presagio del futuro: la poetica degli odori nell’orizzonte del divenire
Nel 1907 Sigmund Freud incontrò per la prima volta colui che definì l’«uomo dei topi», un signore appartenete alla buona società viennese affetto da strane ossessioni legate al padre e alla moglie. «Il nostro paziente era anche un olfattivo» scrisse Freud nel suo dettagliato resoconto. Infatti, fin da bambino, era capace di distinguere le persone dall’odore e anche da adulto la sua sensibilità olfattiva era notevole: «come quella dei cani». Il Padre della psicanalisi affermava di aver riscontrato una simile predisposizione anche in altri suoi pazienti e riteneva che si trattasse di un’inclinazione patologica. Il termine usato da Freud per definire questa malattia è: osfresolagnia sinonimo
di ozolagnia. In medicina, si usa anche rinofilo e olfattofilo per riferirsi a un soggetto che prova attrazione verso gli odori, attestando così la tendenza a inquadrare questa passione come un’anomalia, o persino una patologia. Era di quest’idea Freud che considerava il piacere di odorare sintomo di un disturbo nevrotico/ossessivo. […]
Relegata tra le pagine di un passato ancestrale, poco più di un fossile sulla teca di un museo, la nostra capacità di sentire gli odori è stata così sminuita e depotenziata. Anche il suo recupero in senso proustiano, come macchina del tempo e della memoria, a ben vedere lo riporta nell’orbita rassicurante di ciò che è già noto, già accaduto, già vissuto. Sentire un odore nuovo e ancorarlo a un ricordo ci permette di tenere a bada la nostra paura dell’ignoto, ma al tempo stesso ci impedisce di costruire nuove reti di significato…
L’articolo completo è disponibile sulla nostra rivista cartacea.
→ Informazioni per abbonarsi
Immagine in evidenza: Nel ritratto Emma Eckstein, una giovane paziente di Freud a cui il medico diagnosticò l’isteria. Influenzato dalle idee dell’otorinolaringoiatra W.Fliess, Freud riteneva che vi fosse una connessione tra organi sessuali e sistema olfattivo. La donna fu così sottoposta a un malriuscito intervento chirurgico al naso che le sfigurò per sempre il volto.