La natura cambia d’abito senza dare nell’occhio. Alla fine dell’estate, uno strano vigore pervade le piante che appaiono verdi e floride come non mai, ma all’ombra di questa magnificenza la prima foglia ingiallisce lontano dagli sguardi. Poi un bel giorno, mentre passeggi ancora senza giacca, senti nell’aria un delizioso odore di confettura di albicocche. Vai a vedere, e sono loro, i piccoli fiori di osmanto disposti a grappolo tra le foglie di una siepe. Capisci d’un colpo di essere al capolinea dell’estate. Tutto è cambiato senza preavviso, e ora quella calda dolcezza di crostata ti consola per l’arrivo dell’autunno.

Il profumo dei fiori d’osmanto poco a poco svela i suoi contrasti e la sua affinità con l’odore del tabacco e del cuoio. Diventa la tua ossessione fino a novembre inoltrato. Passi, annusi, socchiudi gli occhi e ti porti via quella sensazione che tieni dentro, come fosse un privilegio esclusivo. In realtà molte altre persone vivono lo stesso rapimento. Vicino alle siepi una donna raccoglie i fiorellini nel palmo della mano. Le mamme li mostrano ai bambini. Qualche anziano li accarezza e sorride. Siamo simili a insetti bramosi di nettare. Ma quali insetti di preciso?

Ci aspetteremmo di trovarci in compagnia di sciami di farfalle, coleotteri e api. Invece, sarà per via della stagione, c’è poco affollamento intorno all’osmanto. In natura il profumo è un vero e proprio linguaggio e la semiochimica si occupa di decifrarlo.

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